Mi hanno apostrofato molto spesso dicendomi che sono comunista, che sono radical chic, che sono una sinistroide, che sono una buonista. Ebbene non è così, vorrei che non fosse così. Vorrei essere semplicemente “una che pensa”. E pensare significa applicare il senso critico. Altrimenti non siamo credibili, non possiamo più esserlo. Io mi rifiuto di diventare la versione politicamente opposta di Salvini. Se mi disgustano il populismo, la demagogia, il razzismo, iniziano ad irritarmi anche le posizioni preconfezionate di chi appartiene allo schieramento opposto. Se sono a favore delle unioni omosessuali, se sono figlia di un operaio da sempre, se sono dell’opinione che il problema dei flussi migratori sia effettivamente di difficile gestione ma che la soluzione non sia sicuramente quella di farli crepare come animali in mezzo al mare, non significa che io non possa riconoscere la criticità di certe tematiche.
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